In tutto il territorio del Bellunese il fagiolo è l'emblema di una produzione agricola di alta qualità; tra tutti spicca il Fagiolo di Lamon IGP (Indicazione Geografica Protetta) ogni anno celebrato nella famosa Festa lamonese a fine settembre.
Piccolo, tondeggiante, bianco-rosato con striature di porpora, è universalmente conosciuto come la migliore qualità del Fagiolo Borlotto, da gustare sia in minestra, sia in insalata. Questo fagiolo, novità per l’Europa, fu portato nel territorio all’inizio del Cinquecento dall’umanista bellunese Pierio Valeriano che lo aveva ricevuto in dono da da Papa Clemente VII a cui a sua volta era stato regalato dal Re di Spagna come novità americana.
Nel Feltrino ed in particolare a Lamon e nel vicino comune di Sovramonte il nuovo fagiolo trovò il clima ideale, sviluppandosi autonomamente e sostituendo pian piano le coltivazioni di fave e piselli. Ancor oggi, in ricordo del Re di Spagna, la varietà più pregiata si chiama Spagnolit anche se non mancano altre tipologie come le Caloneghe, speciali per le zuppe di fagioli.
La tradizionale minestra di fagioli alla lamonese può essere fatta con fagioli freschi o secchi e normalmente è insaporita da lardo, pancetta o cotenna. La cottura, a fuoco lento, è prolungata e dona alla minestra una cremosità particolare.
I Fagioli di Lamon si possono gustare anche in purezza, semplicemente lessanti, uniti alla cipolla e conditi con olio, sale ed aceto, oppure impastati con patate bollite e ritagli fritti di lardo per comporre il cosiddetto Pendolon, tipico cibo dei pastori transumanti.
Il Consorzio di Tutela del Fagiolo di Lamon dal 1993 valorizza questo prodotto ed è nato dalla volontà di alcuni produttori locali per perseguire i seguenti scopi:
Inoltre il Fagiolo di Lamon, insieme alla varietà del Fagiolo Gialèt, sono inseriti nella Carta Qualità del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi.
Nel Bellunese si producono anche altre varietà di pregiati fagioli recentemente rivalutati come i Gialèt o i Solferini, piccoli, gialli, dalla cremosità squisita e delicata o le Mame dell’Alpago, antica coltivazione recentemente recuperata.